 
Il basso barcellonese Stefano Palatchi, ha consolidato la sua carriera internazionale grazie a un’ammirabile vocazione teatrale, a un seducente timbro di voce potente, profondo e agile e alle sue applaudite capacità espressive. Ha partecipato a tutte le stagioni operistiche spagnole e cantato su alcuni degli scenari internazionali più rispettati, convertendosi in un cantante-attore imprescindibile e uno dei più importanti bassi spagnoli. A partire dal suo debutto nel Gran Teatre del Liceu di Barcellona nel 1986, la sua carriera non ha mai smesso di raccogliere trionfi, grazie anche al grande affetto del pubblico operistico. La sua relazione con il teatro barcellonese si è rafforzata attraverso centinaia di repliche di più di trenta opere di un ampio repertorio, nel quale risalta la sua affinità con la musica di Verdi, consolidadosi come il prototipo di basso verdiano grazie alle sue interpretazioni di personaggi come Filippo II (Don Carlo-Teatro Campoamor de Oviedo), Padre Guardiano (La forza del destino-Liceu), Jacopo Fiesco (Simon Boccanegra-Liceu), Walter (Luisa Miller- ABAO) Banquo (Macbeth-Liceu, Minnesota, Valencia, Málaga), Ramfis (Aida-Liceu, The Metropolitan Opera, Minnesota, Municipal de Santiago de Chile), Sparafucile (Rigoletto-Teatro Real, Colón de Buenos Aires, Liceu, Jerez, Las Palmas), Ferrando (Il Trovatore-Teatro Zarzuela, Real, Liceu, Campoamor), Jorg (Stiffelio-Teatro Argentino de la Plata).
Nonostante la predilizione per Verdi, la vocalità di Stefano Palatchi lo ha portato a cantare con successo anche altri autori e stili come Puccini e il bel canto –Turandot (Metropolitan Opera, San Francisco Opera, Liceu, Valencia, Málaga, etc.) La Bohème ( Metropolitan Opera, Washington Opera, Liceu, Teatro Real, Sao Carlos de Lisboa, etc), Lucia di Lammermoor (Liceu, Colón de Buenos Aires, Valencia, Málaga), La Favorita (Liceu, Real, Pamplona, Campoamor de Oviedo), La Sonnambula (Liceu, Bilbao) o Il Barbiere di Siviglia (Ankara, Liceu, Las Palmas)-cosí come l’opera francese – Samson et Dalila (Liceu, Real), Thaïs (Liceu, Las Palmas, Oviedo) o Roméo et Juliette (Oviedo, Jérez, etc.)- e contemporanea. Ha infatti partecipato nelle premiere mondiali di Cristóbal Colón (Balada, Liceu, con Caballé e Carreras), Gaudi, (Guinjoan, Liceu), Joc de mans, (García Demestres, Auditorio di Modena), Faust-Bal, (Balada, Teatro Real), o Lázaro (Halffter, Palau de la Música de Valencia e Megaron di Atene). Le sue incursioni in altri repertori vanno dal barocco alla zarzuela, con incorporazioni dal repertorio russo come il suo applaudito Gremin (Evgeni Oneguin, Chaikovsky).
Nelle ultime stagioni ha cantato nelle stagioni liriche e nei festival operistici di città come Madrid, Bilbao, Oviedo, Siviglia, Parigi, Roma, Marsiglia, Lisbona, Vienna, Buenos Aires, Santiago del Cile, Porto Rico, Washington, San Francisco, Verona, Peralada, Las Palmas de Gran Canaria e New York collaborando con importanti direttori (Gardelli, Bonynge, Zedda, Santi, Oren, Lopez Cobos, Menotti, Rilling, Rozhdestvensky, Ros Marbà, Guingal e Armiliato) e con artisti come Sutherland, Kraus, Aragall, Caballé, Berganza, Freni, Milnes, Bruson, Gruberova, Domingo, Carreras, Alagna, Gheorghiu, Cura, Zajick, Bartoli, Villazón, Renée Fleming e un lunghissimo eccetera.
Stefano Palatchi possiede inoltre un importante repertorio di opere sinfoniche come il Requiem di Mozart o la Messa da Requiem di Verdi entrambe cantate recentemente nel Palau della Musica di Barcellona.
La discografia di Palatchi è corposa, con registrazioni per Decca, RTVE Música, Columna Música, Nightingale Classics, Koch Discover, Astrée Auvidis, Auvidis Valois e Opus Arte. Con l’incisione di La Dolores, di Bretón, vince un premio Grammy Latino, con il disco Margarita la Tornera, di Chapí, fu nominato ai Grammy Latinos e con il disco El Gato con Botas, di Montsalvatge, fu nominato ai Grammy Awards.
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